mercoledì 14 novembre 2007

Lettera

Caro Mauro,
Ho avuto l’onore di conoscerti un anno fa e ricordo perfettamente quel giorno; già da quel primo giorno, ebbi l’impressione di trovami di fronte a una persona straordinaria, totalmente fuori dagli schemi. Noi, spauriti studenti del primo anno, trovavamo in te un punto di riferimento, la cui umiltà e simpatia facevano sì che si creasse un rapporto studente-professore anomalo per i tempi in cui viviamo: in una società in cui spesso gli studenti hanno come unico obiettivo quello di sfangare il voto all’esame, studiando il meno possibile per poi dimenticarsi subito dopo ciò che si è appreso, tu eri riuscito a creare qualcosa di magico: un rapporto di stima reciproco che non aveva niente a che vedere con quel foglietto di carta, qualcosa che ci faceva riscoprire il lato umano delle persone, imprescindibile per chi ha deciso di orientare i suoi studi verso soddisfazioni meno tangibili del denaro. Pertanto mi intristisce molto pensare alle generazioni di studenti che mi seguiranno che non avranno la fortuna di poter usufruire dei tuoi insegnamenti, della tua simpatia, della tua passione..
Trovandomi all’estero da alcuni mesi non ho avuto l’occasione di darti l’ultimo saluto, pertanto ti lascio queste poche righe (neanche scritte troppo bene) per dirti ancora una volta GRAZIE, grazie per tutto quello che hai fatto per noi…
Ci mancherai moltissimo..
Nino

martedì 13 novembre 2007

Da Isabella Collodi

Caro Mauro, mi commuove e mi consola leggere le parole dei tuoi studenti e dei tuoi colleghi e vorrei raccontare a tutti la tua ultima, grande lezione : siamo in ospedale , nel corso di un'estate
terribile, tu non ti puoi muovere e certamente hai capito l'estrema gravità del tuo male.
Eppure ci accogli tutti con la tua solita simpatia, col tuo sorriso e ci chiedi di noi, dei nostri progetti, delle nostre speranze, tu che sai di non averne più.
Sei pronto a rallegrarti di ogni piccola cosa, un caffè al bar, un soffio di vento che interrompe l'afa, la torta di Marina con scritto " Forza Mauro" un libro , le cime degli alberi, l'ultima sigaretta. Ti impegni in un recupero impossibile con un coraggio leonino e mai ti inasprisci e mai
rinunci al tuo umorismo alla tua voglia di amicizia:riesci ad umanizzare anche gli infermieri e i medici che dicono di te: " è una persona eccezionale" .
Ed io ogni volta torno a casa col dono della tua dignità , della tua gentilezza.
Penso a Susanna a Tommaso e a Carlotta. a Stefania e Alberto, a tutti i tuoi amici, Fabio , Marina, Elisabetta, Letizia e Massimo, Mauro, Antonio e Jonathan, Corinna e tanti altri e vorrei dire a tutti: facciamo una festa, portiamo tutti qualcosa da mangiare e brindiamo a te , tutti insieme, per dirti grazie di esserci stato e di averci insegnato, fino all'ultimo che il coraggio e la mitezza sono molto più forti dell'arroganza e che - per citare Umberto Saba - " Ancora esiste la grazia - e che il mondo - TUTTO IL MONDO - ha bisogno di amicizia"
Ti abbraccio forte, Mauro, ovunque tu sia.
Isabella

Una canzone-poesia per il prof

IL CARROZZONE
Renato Zero – 1978

Il carrozzone va avanti da sé,
con le regine, i suoi fanti, i suoi re.
Ridi buffone per scaramanzia,
così la morte va via….
Musica gente, cantate che poi…
Uno alla volta si scende anche noi.
Sotto a chi tocca, in doppiopetto blu….
Una mattina sei sceso anche tu…

[………..]

E il carrozzone riprende la via,
facce truccate di malinconia.
Tempo per piangere, no… non e n’è…
Tutto continua, anche senza di te…

[………..]

Con le regine, con i suoi re,
il carrozzone va avanti da sé.

Caro Mauro,
“con le regine, con i suoi re il carrozzone va avanti da sé” e “tutto continua anche senza di te”, ma credimi non è affatto la stessa cosa. Proprio no.
“Tempo per piangere, no… non ce né…” E tu, a vederci piangere, ti faresti una di quelle tue inconfondibili risate sornione…
… Ma tutti noi, senza di te sentiamo un grande senso di vuoto…
Tutti noi che ti abbiamo voluto bene (e sempre te ne vorremo) per tutto quello che ci hai insegnato e per quanto ci hai aiutato… ancora andiamo avanti con “facce truccate di malinconia”. E le nostre facce saranno sempre truccate di malinconia, ogni volta che penseremo alla tua disponibilità nei nostri confronti e al tuo aiuto…. E bastava sempre solo un grazie.
Siccome a me hai aiutato tantissimo, ti penserò sempre spesso con riconoscenza e cercando, per quanto ne sarò capace, di seguire i tuoi insegnamenti.
Grazie di tutto prof.

Con viva cordialità (… così chiudevi quasi sempre le tue lettere…),

Antonio

giovedì 1 novembre 2007

...per non sentirmi solo...

E' passato più di un mese. E Mauro mi manca tantissimo.


In queste settimane tante parole ho rivolto a Mauro e col pensiero ho scritto tanti fogli, alla mattina sobbalzando tra sanpietrini e tombini o la sera tornando a casa seguendo il Tevere con la vespa sulla quale più volte Mauro era salito dietro di me.


Mi sono incupito, qualche volta ho pianto, ho riso ripensando a momenti insieme, a battute e a storie. Lo Zaire, il movimento sandinista, Cambridge, gli Stati Uniti, un campo da calcio a Roma, i preti irlandesi...eh eh quante storie Mauro! Quante volte e a quanti le hai raccontate!


Io sono uno di quelli, e quelle storie me le ha raccontate un trentina di volte ciascuna.


Andai da Mauro appena iscritto e gli dissi: “Io mi voglio laureare con lei, mi faccia il piano di studi”. Mi laureai anni dopo che, come tanti, eravamo già amici e l'amicizia è proseguita oltre negli anni. Ogni tanto passavo in facoltà e scendevamo giù, birra o caffè, si parlava di equo-solidale e dei miei fatti personali (negli anni lui aveva conosciuto tutte le mie ex...), della sua famiglia, dell'università, dei casini al dipartimento e di progetti da fare insieme corsi e seminari sull'economia solidale, progetti da qualche parte, due articoli che prima o poi avremmo dovuto scrivere insieme e che rimandavamo sempre (o meglio rimandavo)...

Amico e maestro, si. Come tanti suoi allievi che per anni, finita l'università, hanno sempre sentito il suo studio come una casa e in avevano Mauro un amico da passare a salutare per non dir nulla di particolare ma scroccare solo una sigaretta oppure come il maestro con il quale confrontarsi in momenti di scelte importanti, un cambio di lavoro o altro, e il punto di riferimento su tante cose.


Ma torno a queste settimane e alle mattine in vespa sul lungotevere, e ai tanti pensieri.

Pensando a Mauro, pensando a il tanto che mi lascia e al tanto che gli devo, una la ho sentita a pelle più di altre nei giorni passati: le idee senza uomini sono poco. Si dice che si possono rinchiudere uomini ma le idee continueranno. Ma io penso a Mauro, e penso che le sue idee avevano valore in primis perché erano le sue ed era lui a viverle e a trasmetterle. E a trasmettermele. Il mio pensiero ed il mio scrivere si fanno ora confusi e pertanto smetto di provare a trascrivere i pensieri pasticciati di una qualche piovosa mattina di ottobre.


Volevo comunque condividere con voi poche righe, così per non sentirmi solo nel vuoto che provo e perché mi riconosco in chi ha un debito di vita con Mauro, con chi si riconosce allievo di Mauro e sa che lo sarà per sempre e soprattuto con chi a Mauro voleva bene.

Come io gliene volevo e come so Mauro me ne voleva.


Vittorio

lunedì 22 ottobre 2007

Non abbiate paura......

..... di firmare i vostri post.....

Che voi siate studenti, impiegati, ricercatori o professori.... firmate i vostri post.

L'anonimato non si addice a chiunque abbia respirato e condiviso l'aria di quella stanza al sesto piano.

Lele

domenica 7 ottobre 2007

Lettera di Javier

Pubblico la lettera di Javier che ho letto al funerale di Mauro in versione integrale

LINO

"Dagli Andes
Caro Mauro,

Sono qui come te, in anima e cuore, la geografia mi impedisce di portare con me il mio veicolo (mio corpo), ma tu sei ormai partito, lasciando dietro il veicolo della carne e ormai riesce ad essere dovunque.

Amico dell’anima sono qui tramite queste parole per renderti omaggio. Omaggio ad un essere eccezionale, il miglior professore di vita per migliaia di giovani venuti da te, il tuo carisma riusciva ad accattivarci e pian piano seminavi dentro di noi l’arte della vita.

Con me, caro Mauro, sei andato oltre, non hai soltanto seminato, ma ti sei assicurato che tutto andasse benne, hai aspettato la raccolta e in quel momento ti sei riassicurato ancora una volta che quei semi di onesta, ideali e felicità sarebbero cresciuti in me, dopo di che mi hai lanciato a volare per il mondo. Mi sono sentito tuo figlio, hai fatto si che i tuoi veri figli diventassero parte di me così come Susana, amico mi me avevi dato una nuova famiglia in terra italiana.

Quel meticoloso sentire che avevi disegnato per me ha trovato la più giusta via, mi avevi concesso una opportunità, un sogno pieno d’ideali che pian piano si convertono in realtà, sei stato un alchimista della vita e dell’essere umano.

Ma la cosa più importante che mi hai insegnato, essendo vicino a te, é che la vita si vive pienamente, ancora ti vedo di fronte a me con quel sorriso smagliante, i capelli grigi, i baffi (er Vikingo come ti chiamavo), la giacca blue, i jeans e la sigaretta in bocca. Non importava se tu passavi momenti brutti o belli, tu stavi li per fare sì che la vita dei tuoi allievi fosse bella. Sai che ho più di cinque giacche blue, e quando le metto penso a te e ho un senso di sicurezza, dopo mi domando potrei un giorno fare quel che faceva Mauro.

Più di un professore sei diventato un Maestro di vita, ed io umilmente mi ritengo uno dei tuoi tanti seguaci, l’economia era soltanto lo strumento per cercare di capire la essenza dell’essere umano, gli ideali non si mollano mai, anche se l’uomo li sporca e confonde. Il sistema deve essere contestato per poter vedere quanto valgono i nostri ideali.

Oggi davanti a tutti quelli chi ti hanno voluto veramente bene ringrazio la vita por averti incontrato e aver ricevuto il tuo amore, sai che in Bolivia il 21 di settembre é primavera, per me significa che hai cambiato la veste e ormai stai lì per preparare la strada a tutti noi.

La tua partenza mi ricorda, come dicevi sempre che volevi chiacchierare e prendere un caffè “facciamo due passi”, questa volta sarà per l’eternità, arriveremo tutti lì ma sii consapevole che tutti noi ti porteremo belle storie di vita da raccontarti e come sempre ci faremo una bella risata.

Dagli Andes della Bolivia ti dico a presto Maestro.

Javier"

Ricordo di Lino

Amici

Ci manchera' la grande umanita' di Mauro, la sua capacita' aggregante, il suio affetto.

Riporto di seguito un passo di Nicholas Kaldor che Mauro mi mostro una domenica pomeriggio di molti anni fa':

"Nuove idee vengono raramente a chi sta isolato, esse emergono come il risultato di un processo sociale, ed e' spesso molto difficile distinguere i contributi di ciascun individuo, o ricordare fino a che punto le proprie idee furono rese piu feconde dalle
idee altrui" Nicholas Kaldor

Mi manchi moltissimo grande amico mio.

Lino

mercoledì 3 ottobre 2007

Lazio-Real

Caro Mauro,

oggi c’è Lazio-Real e tu come al solito mi avresti preso in giro per questa mia passione “laziale” ricordandomi quanto eri romanista. Questo avveniva soprattutto in quelle serate in cui ci incontravamo con Alessandro (anche lui romanista) a bere e mangiare come solo gli sviluppisti sanno fare...... Per dirla con Lolli ci piaceva confrontare il mio Garibaldi e il tuo Napoleone

In queste serate (e non solo) mi accorgo quanto mi manchi,

Salvatore

Tra i giovani, la sua passione


Il miglior modo per descrivere Mauro è una foto fatta durante le celebrazioni del Centenario della Facoltà di Economia. Il bello di questa foto sta nel fatto che i conduttori dello Zoo di Radio 105 hanno chiesto di farsi fotografare con Mauro e noi della Presidenza, perchè affascinati dalla simpatia del mitico prof.


Mauro

Una lettera per Mauro

Caro Professore Mellano
lo sò che lei non è più tra noi, ma sono convinta che ci stia guardando dall'alto. Una persona come lei non si dimentica, anche per noi che non apparteniamo al mondo della cultura, ma che di sensibilità ne abbiamo, ma non da equipararla alla sua. Lei è stato un punto di riferimento per tutti, e non lo dico a caso. In questi giorni ho avuto la conferma di quello che io ho sempre pensato di lei, una persona straordinaria. Da far sentire aproprio agio sempre tutti, pronto all'ascolto, anche se sempre pieno di impegni. Gli studenti, anche quelli che lei ha seguito negli anni passati, sono ritornati in Facoltà per sentire parlare di lei, occhi tristi, dolore, ma entusiasmo nel raccontare la loro esperienza universitaria, con un professore che per loro sarà insostituibile. Per me, non vederla spuntare dal viale della facoltà come succedeva tutte le mattine è una grande mancanza, ma sono sicura che la sua persona non sarà mai dimenticata perchè lei è stato e sarà sempre il grande professore Mellano.
Michela
(Passo carraio della Facoltà di Economia)

Ricordo di un collega

Mauro Mellano è scomparso il 21 settembre scorso, all’età di 63 anni, dopo qualche mese di malattia. Ancora a maggio era in piena attività, nonostante l’insorgere dei primi segni del male. Insegnava ‘Cooperazione allo sviluppo’ e ‘ Commercio internazionale e sviluppo’ alla ‘Sapienza’.
Per generazioni di studenti è stato maestro, amico e difensore, nelle migliori tradizioni della facoltà di Economia e del suo ‘sesto’ piano, da Federico Caffè in poi. Il tempo che profondeva per risolvere i problemi degli studenti, specialmente di quelli più bisognosi, non aveva paragoni fra i docenti della sua generazione. Le strutture delle quali disponeva egli le metteva a disposizione di chiunque potesse utilizzarle in modo fruttuoso. La sua opera era preziosa per ricomporre ogni attrito o frattura insorta fra corpo accademico e studenti o per indicare i possibili miglioramenti alla situazione esistente. La sua umanità, il suo sorriso e l’aria apparentemente scanzonata predisponevano l’interlocutore a discutere le questioni in termini pacati e propositivi. Si faceva anche apprezzare per l’understatement della sua copiosa e variegata attività scientifica, in materia di economia e politica agraria, rapporti internazionali, sviluppo economico, economia e politica ambientale, economia del terzo settore. L’approccio cooperativo gli era congeniale non soltanto nei rapporti con gli studenti, ma anche in quelli scientifici internazionali e nel difficile confronto con la realtà del sottoviluppo. La cooperazione Sud-Sud e quella con i paesi sviluppati, in particolare nell’ambito del bacino del Mediterraneo, sono state oggetto di numerose ricerche e approfondimenti teorici. La folla presente al funerale, i cartelli e le fotografie con le quali gli studenti presenti hanno tappezzato la facoltà subito dopo la notizia della sua scomparsa non sono che piccole testimonianze della traccia che egli ha lasciato. La consapevolezza dell’esistenza di un ben più ampio numero di persone che con lui e attraverso di lui serbano un buon ricordo di un’istituzione pubblica nel nostro paese ci ha indotto a rendere nota la sua scomparsa e a ricordarlo attraverso ‘il manifesto’.

Nicola Acocella

martedì 2 ottobre 2007

Mauro sei un grande


Ci eravamo appena laureati e decidemmo di ringraziare così Mauro, appendendo nella sua stanza quasto foglio.....

Come Postare nel blog

Ciao a tutti.
Faccio seguito alle numero richieste ricevute.

Chi volesse postare nel blog può inviarmi una richiesta scrivendo a 7422200@gmail.com : riceverete una email con le indicazioni per registrarvi.

Chi volesse invece inserire un commento a uno dei post può farlo liberamente. I commenti, però, verranno pubblicati solo previa lettura da parte degli amministratori del blog.

Un caro saluto.
Lele

giovedì 27 settembre 2007

il saluto di Alessio

Caro Professore, caro Mauro,
con te il tormentone dei luoghi comuni diventava realtà: un uomo dalla porta sempre aperta a tutti, in qualsiasi momento ? Si ! decisamente si ! La tua porta era sempre aperta perché tu eri lì, dietro quella porta, nella tua stanza ad accogliere tutti i naviganti senza distinzione alcuna, senza discriminare fra chi ti aveva scelto consapevolmente e il naufrago spiaggiato che da te era approdato quasi per caso.
Eri li pronto ad ascoltare, a dare sollievo alle nostre inquietudini di studenti alla ricerca della nostra identità, e la tua lezione più importante è stata quella di non averci mai imposto una visione unica né dell’economia né della politica, né della vita né dei comportamenti sociali.
Sono sempre rimasto impressionato da come tu potessi attrarre così tanti studenti così diversi gli uni dagli altri, persone che poi non ti hanno solo sfiorato ma che ti hanno seguito per pezzi di vita importanti… e la ragione sta proprio in questa tua capacità straordinaria di far sentire tutti a casa propria nella tua stanza, nel tuo mondo, di far sentire tutti a proprio agio con le tue idee e con i tuoi insegnamenti, di aprirci la mente senza costrizioni.
Pensando a te in questi ultimi giorni ho realizzato come tu sia stato presente e fondamentale con le tue dritte e i tuoi consigli, in tutti i momenti accademici e lavorativi per me più importanti degli ultimi 10 anni, eppure so di non essere stato un privilegiato, né un prediletto, perché so che la tua grande generosità ha toccato me e tutti quelli che hanno varcato la tua porta. L’ho visto con i miei occhi, sempre, una parola a tutti con lo stesso peso, una chance per chiunque la volesse cogliere, in un perfetto equilibrio di equità che non dava privilegi a nessuno e costruiva serenità e armonia.
Chi ti ha conosciuto sa che non eri un potente lobbista, eri un puro, una persona pulita, senza macchia, che quando ricevevi dagli altri lo dovevi a come gli altri ti apprezzavano esclusivamente per la tua scienza, il tuo enorme spessore umano, e per affetto. Non capita tutti i giorni poter essere sicuri di ricevere solo per quanto di buono puoi aver fatto nella tua esistenza.
Per questo tu sei maestro di vita per tutti noi …. il tuo eterno buon umore, la tua capacità di sublimare qualunque dispiacere o sofferenza, un vero rifugio per noi, dalla severità delle nostre vite.

Grazie dunque, grazie di cuore prof. , per quello che siamo diventati per merito tuo. Ci mancherai, ci mancheranno i tuoi insegnamenti, ci mancherà il tuo esempio, i tuoi innumerevoli aneddoti e il tuo sorriso ….
Siamo stati mellaniani convinti ieri, lo siamo oggi e sta sicuro, lo saremo ancora di più domani
Ciao Prof ti vogliamo bene

martedì 25 settembre 2007

Grazie

Leggendo anche solo velocemente i post su questo blog si può immediatamente comprendere che la comunità dei Mellano boys e girl non nasce oggi con la scomparsa di Mauro, come potrebbe pensare un osservatore esterno e distratto, ma nasce in quella stanza, così ben descritta da Simone, crocevia di tutto e di tutti dove Mauro ci insegnava a essere prima di tutto seri ma ricordandoci sempre di non prenderci troppo sul serio in un mondo (e in un ambiente quello universitario) dove tutti ci si prendono anche troppo.

Anche io come Gianni oggi insegno e anche a me Mauro ha lasciato in eredità tutte quelle piccole attenzioni di cui era capace e ancora oggi quando entra lo studente con venti di media a chiedere la tesi ricordo Mauro che ironizzava su quelli che i tesisti li volevano solo bravi.

Cosa devo a Mauro? Per me è facile rispondere alla domanda di Gianni, io a Mauro devo tutto.

Accademicamente io con lui ho discusso la tesi di laurea e di dottorato, lui mi ha spedito in Inghilterra quando ancora non parlavo una parola d’inglese e sempre lui mi ha iniziato alla ricerca che ancora oggi porto avanti. Ma questo è nulla in confronto ai ricordi, agli insegnamenti e alle emozioni che mi ha lasciato.

Lunedì non sono riuscito a darti l’ultimo saluto perché dall’altra parte del mondo a fare quello che mi hai insegnato allora lasciami dire: grazie Mauro grazie di tutto ti ho voluto e ti voglio un bene incredibile come solo a poche persone si può volere.

cosa devo a mauro

in questi giorni ho pensato spesso alle scelte della mia vita e quanto abbia contribuito mauro in queste scelte. Ora io insegno e come me molti altri che sono passati prima e dopo di me sono rimasti ad insegnare e/o a fare ricerca. Credo che solo in casi rari un professore abbia insegnato con così tanta dedizione ed amore, già dedizione ed amore tale da far innamorare del suo lavoro così tanti suoi studenti.
mauro mi ha insegnato a fregarmene degli equilibri, anche sapendo che poi si paga, mauro mi ha insegnato a lasciare aperta la porta dell'ufficio a tutti ma proprio a tutti, mauro mi ha insegnato che l'università è fatta per gli studenti, mauro mi ha insegnato che tutti hanno diritto a provarci infine mi ha insegnato ad avere fiducia in me che anche io potevo riuscirci. pur non essendo del suo raggruppamento era da lui che andavo era lui che chiamavo (ancora prima dei miei) quando mi trovavo davanti a delle scelte e non sapevo cosa fare, o non conoscevo i miei interlocutori chiedevo a lui e lui sapeva sempre dirmi le cose giuste.
grazie mauro per tutto questo

lunedì 24 settembre 2007

15 minuti con Mauro

Cliccando qui trovate una lunga intervista di Mauro da rivedere con Real Player.

Il saluto di Simone

Mauro ci lasci,

oggi,

con l’ennesimo, solito, sorriso.

Oggi è più amaro del solito, e tu lo sai.

Ma per noi, oggi,

è il sorriso di chi sa di aver avuto una grande fortuna.

Ti abbiamo ascoltato,

abbiamo cercato di seguire i tuoi consigli….

Abbiamo riso,

ancora una volta, ancora, qualche giorno fa.

Ricordavamo di quando chiedevi ai più bravi di aiutare i più deboli.

O anche i più svogliati, a dirla tutta.

Hai sempre avuto questa idea del mondo, ce l’hai sempre trasmessa.

Il tuo ufficio, un crocevia di colori, di razze, di diversità, di abilità …

di tutto, si, perché, come ci hai sempre detto, ognuno, nessuno escluso, ha il diritto di dimostrare ciò che vale…

Oggi ti salutiamo, Mauro,

ricordando, con orgoglio, di aver segnato la nostra vita,

tu, con quel tuo fare divertente,

appassionato,

di successo,

si, di successo,

ma di un successo vero.

Di quello che, tu lo sai, fa innamorare e fa anche ingelosire.

E la tua famiglia, sopra tutto!

Quella tua famiglia che non ci conosce, ma di cui noi conosciamo la bellezza.

Si, loro non lo sanno, ma noi li abbiamo sempre seguiti, a distanza,

dai tuoi racconti, dai tuoi occhi,

che brillavano al parlarne, tutti i giorni.

Carlotta, Tommy, Susanna

Che belle scelte nella tua vita.

Con qualche costo in più, qualche apparente riconoscimento in meno,

quel tuo modo di offrire a tutti noi cultura, passione e quel modo positivo di vedere avanti.

Il tuo sorriso,

che non è mai mancato,

neanche gli ultimi tuoi giorni,

è oggi, per noi,

quello che ci fa sentire eletti, un po’ privilegiati.

Ad averti avuto, come amico, come prof, come maestro.

Senza una maschera, Mauro

Tu, Volutamente senza difese,

Tu, volutamente senza rancore,

Tu, per noi, senza filtri e senza ruoli.

E allora

dai i tuoi amici, dai tuoi allievi.

ancora una volta, l’ennesima volta, Mauro,

Grazie

Il saluto di Lele

Ricordarti brevemente non è facile, caro Mauro.

Ci hai accolto nel tuo studio che eravamo bambini o poco più per farci uscire uomini.

Quale fosse la ricetta, nessuno di noi lo sa. Sappiamo solo che con te si cresceva; si assaporava il passato, il presente e il futuro; si studiava, si scopriva il mondo senza inutili orpelli, con quella semplicità che solo un uomo come te sapeva mettere in tutto ciò che faceva.

E’ stato tutto semplice, l’esame, la laurea, il master e le prime esperienze di lavoro. E’ stato tutto semplice perché la tua presenza c’era, ti sosteneva e ti portava a fare e a dare sempre di più. Eh si, siamo cresciuti molto con te, siamo cresciuti, semplicemente, vivendo.

Eri uno dei pochi che non permetteva mai a uno studente di entrare dopo di lui in ascensore e che, sempre in ascensore, salutavi per primo, indipendentemente da chi ci fosse dentro. Il tuo spirito di servizio verso l’università è stato sempre totale, così come la tua grande umiltà.

Chi ha avuto modo di viverti, non solo di conoscerti o incrociarti sulla sua strada, sa quanto sei stato: un maestro, un amico fraterno e, per alcuni di noi, un secondo padre.

Ci hai insegnato che si è forti per ciò che si è e ce lo hai insegnato in un ambiente che non ti ha mai reso l’immenso che tu hai donato.

Ci hai testimoniato che insegnare non è solo pubblicare, non è solo bocciare, non è solo titoli: insegnare è preparare alla vita, indipendentemente dalla materia di cui si parli.

E’ per questo che potevi andare in giro sempre a testa alta. E’ per questo che nel tuo studio, da più di 10 anni, c’era un foglio appeso al muro con su scritto: “Mauro sei un grande”.

Susanna, Tommaso, Carlotta, il vuoto che Mauro vi lascia è anche il nostro vuoto. Nessuno di noi può colmarlo. Ognuno di noi, però, può continuare a far vivere Mauro facendo proprio il suo essere in ogni più piccola cosa, rendendoci oggi uomini, padri e amici migliori.

Perchè un Blog

Avevamo appena dato l'ultimo saluto a Mauro.

Ci siamo ritrovati, tre generazioni di studenti, nel bar dell'università.

E allora ecco qui il luogo di incontro virtuale per non dimenticare, per non dimenticarci, per continuare a trovarci e a ricordare Mauro. Una sorta di stanza collocata al sesto piano della nostra mente

Ed allora iscrivetevi, commentate, seguite ed alimentate questo blog: faremo il più bel regalo a Mauro che da sotto i baffi continuerà a seguirci, sorridendo.