mercoledì 14 novembre 2007
Lettera
martedì 13 novembre 2007
Da Isabella Collodi
terribile, tu non ti puoi muovere e certamente hai capito l'estrema gravità del tuo male.
Eppure ci accogli tutti con la tua solita simpatia, col tuo sorriso e ci chiedi di noi, dei nostri progetti, delle nostre speranze, tu che sai di non averne più.
Sei pronto a rallegrarti di ogni piccola cosa, un caffè al bar, un soffio di vento che interrompe l'afa, la torta di Marina con scritto " Forza Mauro" un libro , le cime degli alberi, l'ultima sigaretta. Ti impegni in un recupero impossibile con un coraggio leonino e mai ti inasprisci e mai
rinunci al tuo umorismo alla tua voglia di amicizia:riesci ad umanizzare anche gli infermieri e i medici che dicono di te: " è una persona eccezionale" .
Ed io ogni volta torno a casa col dono della tua dignità , della tua gentilezza.
Penso a Susanna a Tommaso e a Carlotta. a Stefania e Alberto, a tutti i tuoi amici, Fabio , Marina, Elisabetta, Letizia e Massimo, Mauro, Antonio e Jonathan, Corinna e tanti altri e vorrei dire a tutti: facciamo una festa, portiamo tutti qualcosa da mangiare e brindiamo a te , tutti insieme, per dirti grazie di esserci stato e di averci insegnato, fino all'ultimo che il coraggio e la mitezza sono molto più forti dell'arroganza e che - per citare Umberto Saba - " Ancora esiste la grazia - e che il mondo - TUTTO IL MONDO - ha bisogno di amicizia"
Ti abbraccio forte, Mauro, ovunque tu sia.
Isabella
Una canzone-poesia per il prof
Renato Zero – 1978
Il carrozzone va avanti da sé,
con le regine, i suoi fanti, i suoi re.
Ridi buffone per scaramanzia,
così la morte va via….
Musica gente, cantate che poi…
Uno alla volta si scende anche noi.
Sotto a chi tocca, in doppiopetto blu….
Una mattina sei sceso anche tu…
[………..]
E il carrozzone riprende la via,
facce truccate di malinconia.
Tempo per piangere, no… non e n’è…
Tutto continua, anche senza di te…
[………..]
Con le regine, con i suoi re,
il carrozzone va avanti da sé.
Caro Mauro,
“con le regine, con i suoi re il carrozzone va avanti da sé” e “tutto continua anche senza di te”, ma credimi non è affatto la stessa cosa. Proprio no.
“Tempo per piangere, no… non ce né…” E tu, a vederci piangere, ti faresti una di quelle tue inconfondibili risate sornione…
… Ma tutti noi, senza di te sentiamo un grande senso di vuoto…
Tutti noi che ti abbiamo voluto bene (e sempre te ne vorremo) per tutto quello che ci hai insegnato e per quanto ci hai aiutato… ancora andiamo avanti con “facce truccate di malinconia”. E le nostre facce saranno sempre truccate di malinconia, ogni volta che penseremo alla tua disponibilità nei nostri confronti e al tuo aiuto…. E bastava sempre solo un grazie.
Siccome a me hai aiutato tantissimo, ti penserò sempre spesso con riconoscenza e cercando, per quanto ne sarò capace, di seguire i tuoi insegnamenti.
Grazie di tutto prof.
Con viva cordialità (… così chiudevi quasi sempre le tue lettere…),
Antonio
giovedì 1 novembre 2007
...per non sentirmi solo...
E' passato più di un mese. E Mauro mi manca tantissimo.
In queste settimane tante parole ho rivolto a Mauro e col pensiero ho scritto tanti fogli, alla mattina sobbalzando tra sanpietrini e tombini o la sera tornando a casa seguendo il Tevere con la vespa sulla quale più volte Mauro era salito dietro di me.
Mi sono incupito, qualche volta ho pianto, ho riso ripensando a momenti insieme, a battute e a storie. Lo Zaire, il movimento sandinista, Cambridge, gli Stati Uniti, un campo da calcio a Roma, i preti irlandesi...eh eh quante storie Mauro! Quante volte e a quanti le hai raccontate!
Io sono uno di quelli, e quelle storie me le ha raccontate un trentina di volte ciascuna.
Andai da Mauro appena iscritto e gli dissi: “Io mi voglio laureare con lei, mi faccia il piano di studi”. Mi laureai anni dopo che, come tanti, eravamo già amici e l'amicizia è proseguita oltre negli anni. Ogni tanto passavo in facoltà e scendevamo giù, birra o caffè, si parlava di equo-solidale e dei miei fatti personali (negli anni lui aveva conosciuto tutte le mie ex...), della sua famiglia, dell'università, dei casini al dipartimento e di progetti da fare insieme corsi e seminari sull'economia solidale, progetti da qualche parte, due articoli che prima o poi avremmo dovuto scrivere insieme e che rimandavamo sempre (o meglio rimandavo)...
Amico e maestro, si. Come tanti suoi allievi che per anni, finita l'università, hanno sempre sentito il suo studio come una casa e in avevano Mauro un amico da passare a salutare per non dir nulla di particolare ma scroccare solo una sigaretta oppure come il maestro con il quale confrontarsi in momenti di scelte importanti, un cambio di lavoro o altro, e il punto di riferimento su tante cose.
Ma torno a queste settimane e alle mattine in vespa sul lungotevere, e ai tanti pensieri.
Pensando a Mauro, pensando a il tanto che mi lascia e al tanto che gli devo, una la ho sentita a pelle più di altre nei giorni passati: le idee senza uomini sono poco. Si dice che si possono rinchiudere uomini ma le idee continueranno. Ma io penso a Mauro, e penso che le sue idee avevano valore in primis perché erano le sue ed era lui a viverle e a trasmetterle. E a trasmettermele. Il mio pensiero ed il mio scrivere si fanno ora confusi e pertanto smetto di provare a trascrivere i pensieri pasticciati di una qualche piovosa mattina di ottobre.
Volevo comunque condividere con voi poche righe, così per non sentirmi solo nel vuoto che provo e perché mi riconosco in chi ha un debito di vita con Mauro, con chi si riconosce allievo di Mauro e sa che lo sarà per sempre e soprattuto con chi a Mauro voleva bene.
Come io gliene volevo e come so Mauro me ne voleva.
Vittorio