giovedì 27 settembre 2007

il saluto di Alessio

Caro Professore, caro Mauro,
con te il tormentone dei luoghi comuni diventava realtà: un uomo dalla porta sempre aperta a tutti, in qualsiasi momento ? Si ! decisamente si ! La tua porta era sempre aperta perché tu eri lì, dietro quella porta, nella tua stanza ad accogliere tutti i naviganti senza distinzione alcuna, senza discriminare fra chi ti aveva scelto consapevolmente e il naufrago spiaggiato che da te era approdato quasi per caso.
Eri li pronto ad ascoltare, a dare sollievo alle nostre inquietudini di studenti alla ricerca della nostra identità, e la tua lezione più importante è stata quella di non averci mai imposto una visione unica né dell’economia né della politica, né della vita né dei comportamenti sociali.
Sono sempre rimasto impressionato da come tu potessi attrarre così tanti studenti così diversi gli uni dagli altri, persone che poi non ti hanno solo sfiorato ma che ti hanno seguito per pezzi di vita importanti… e la ragione sta proprio in questa tua capacità straordinaria di far sentire tutti a casa propria nella tua stanza, nel tuo mondo, di far sentire tutti a proprio agio con le tue idee e con i tuoi insegnamenti, di aprirci la mente senza costrizioni.
Pensando a te in questi ultimi giorni ho realizzato come tu sia stato presente e fondamentale con le tue dritte e i tuoi consigli, in tutti i momenti accademici e lavorativi per me più importanti degli ultimi 10 anni, eppure so di non essere stato un privilegiato, né un prediletto, perché so che la tua grande generosità ha toccato me e tutti quelli che hanno varcato la tua porta. L’ho visto con i miei occhi, sempre, una parola a tutti con lo stesso peso, una chance per chiunque la volesse cogliere, in un perfetto equilibrio di equità che non dava privilegi a nessuno e costruiva serenità e armonia.
Chi ti ha conosciuto sa che non eri un potente lobbista, eri un puro, una persona pulita, senza macchia, che quando ricevevi dagli altri lo dovevi a come gli altri ti apprezzavano esclusivamente per la tua scienza, il tuo enorme spessore umano, e per affetto. Non capita tutti i giorni poter essere sicuri di ricevere solo per quanto di buono puoi aver fatto nella tua esistenza.
Per questo tu sei maestro di vita per tutti noi …. il tuo eterno buon umore, la tua capacità di sublimare qualunque dispiacere o sofferenza, un vero rifugio per noi, dalla severità delle nostre vite.

Grazie dunque, grazie di cuore prof. , per quello che siamo diventati per merito tuo. Ci mancherai, ci mancheranno i tuoi insegnamenti, ci mancherà il tuo esempio, i tuoi innumerevoli aneddoti e il tuo sorriso ….
Siamo stati mellaniani convinti ieri, lo siamo oggi e sta sicuro, lo saremo ancora di più domani
Ciao Prof ti vogliamo bene

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei pubblicare questo saluto:

"Un saluto a Mauro dal Messico"

Ciao Prof..sono Annalisa..quella ragazza che avevi guidato nella Tesi sul Parco dell'Aspromonte..a cui il giorno della discussione avevi detto .. " Evvai!"..perchè l'avevamo costruita insieme passo passo..Nonostante i tuoi mille impegni non hai mai fatto mancare niente a nessuno..c'eri sempre per tutti.
Ti ero passata a salutare un pò di tempo fa per darti la bella notizia di questa esperienza di lavoro in Messico e tu eri contento del percorso fatto..
Grazie Prof..per tutto ma soprattutto per non avermi fatto sentire solo un numero di matricola..ma una persona con i suoi sogni e le sue paure..
Sogni che hai permesso fossero realizzati e paure che hai aiutato a superare.
In facoltà eri e sarai sempre una colonna portante, un professore più unico che raro, che ha illuminato la strada a molti miei amici e colleghi..trasmettendogli quella sicurezza e fiducia indispensabile per raggiungere gli obiettivi che abbiamo davanti
Grazie prof..i tuoi insegnamenti e il tuo amore per il lavoro e per la vita sarà una guida per tutti noi.
Annalisa Zanni

Anonimo ha detto...

La cosa più bella è che, leggendovi, vedo che tutti di lui conserviamo ricordi simili. E questo significa che Mauro Mellano era generoso con tutti, indiscriminatamente. Anch’io andavo da lui per avere un consiglio ogni volta che mi si presentava una scelta per un’occasione di studio o di lavoro. E lui ascoltava, valutava e rispondeva come rivolgendosi a uno dei suoi figli. Come un padre. Ma poi, più di un padre, si entusiasmava davanti a un nuovo mio progetto, lo sosteneva con suggerimenti, indicazioni pratiche, contatti, libri in prestito o, se li aveva scritti lui, in regalo. E poi mi ricordo quando, attentissima, ascoltavo i suoi racconti su Amartya Sen, su Federico Caffè, sulla storia della Facoltà… e mi ricordo quando doveva smettere di fumare, ma poi sgarrava sempre. O quando parlava dei figli, della moglie, del suo setter e di quanto fosse triste dopo che se n’era andato. Io ero solo una studentessa fra tante, ma, con i suoi racconti, mi ha fatto entrare nella sua vita e ha fatto in modo che io, come molti altri, entrassi nella sua, con semplicità e senza ricevere nulla in cambio, se non i buoni risultati del suo lavoro di docente. Un grande davvero.